a un piatto di pasta scotta?”
Anonimo
Con Panissa si indicano due diversi piatti tradizionali: uno a base di riso, tipico del vercellese e una “polenta” fatta di farina di ceci tipica della tradizione ligure.
Ecco la preparazione della versione ligure:
Proporzioni:
farina di ceci/acqua = 1/3 (circa)
Rovesciare a pioggia la farina nell’acqua tiepida, portare sul fuoco e cuocere rimescolando sempre per circa 40 minuti.
Rovesciare su un piatto bagnato livellandola a una altezza di circa un dito.
Far raffreddare.
A seconda di come si vuole servire si puo:
– tagliare a fette o a dadini e condire con olio, limone, sale, pepe e un po’ di cipollotto fresco, servire fredda o appena intiepidita.
-tagliare a bastoncini e friggere in abbondante olio evo.
La seconda versione e’ un classico cibo da strada della tradizione ligure. Chi dovesse recarsi a Genova, puo’ trovare ancora qualche friggitoria a sottoripa o nel centro storico che prepara questa delizia.
Aggiungo un commento di Arzaman di mysobry su abbinamento panissa/aceto balsamico:
Un suggerimento da un altro emigrante che pensa che la focaccia ligure sia una delle 3 cose per cui vale la pena di vivere…
Nella tradizione ligure la panissa e’ condita oltre che con il cipollotto fresco con un goccio di aceto balsamico…
Oltre a un abbinamento “per tradizione” direi che le caratteristiche dell’aceto balsamico si sposano con un piatto “semplice” che presenta un profilo gusto-olfattivo limitato e con una certa “stucchevolezza” della farina di ceci a lungo andare aggiungendolo un tocco di aromaticita’ e un apporto di profumi e sapori esaltando quindi il piatto poco complesso.
Stiamo parlando ovviamente di Aceto balsamico TRADIZIONALE…l’assenza infatti di questo termine indica infatti un prodotto di qualita’ decisamente piu’ limitata e prodotto con una tecnica completamente diversa..
Andiamo con ordine e facciamo un po’ di chiarezza.
L’aceto in generale e’ il prodotto della trasformazione ad opera dei batteri acetici (Acetobacter) dell’alcol contenuto in una qualsiasi bevanda alcolica (vino, sidro di mele, miele, ma anche birra o altri cereali maltati e fermentati..)
Per avvenire la reazione di ossidazione dell’alcol ha bisogno di ossigeno ..ma non ci addentriamo nella chimica delle ossidoriduzioni
Per la legge si definisce “aceto” o “aceto di vino” il prodotto della fermentazione acetica del vino (tipicamente rosso) con una quantita’ di acido acetico non inferiore al 6% e una gradazione alcolica residua del 1,5 %
L’aceto BALSAMICO Tradizionale e’ tuttaltra cosa !
La base di partenza non e’ quindi un vino (e quindi alcol) ma bensi’ il mosto cotto di uva , prima del completamento della fermentazione alcolica.
L’aceto balsamico semplice consente l’aggiunta al mosto cotto una percentuale di aceto di vino e sono poi usati vari metodi per dare la colorazione (caramello). L’altra differenza riguarda l’invecchiamento che non viene effettuato.
L’aceto balsamico tradizionale e’ ottenuto dalla cottura mosto di uva (tipicamente trebbiano e lambrusco) a fuoco diretto con conseguente concetrazione di 1/3 del volume e parziale caramellizzazione degli zuccheri. La maturazione avviene nella acetaia costituita da una serie di botti di dimensione via via decrescente (da 100l a 10L) e di legni differenti (castagno, rovere, ciliegio..). Si provvede infatti a travasi successivi dalla botte piu’ grande a quella piu’ piccolo. Le botti sono aperte per favorire l’azione dei batteri acetici e sono tipicamente collocate nei sottotetti dove l’escursione caldo freddo aumenta i fenomeni ossidativi.
Il processo dura 15-20 anni…il disciplinare poi prevede la dicitura Affinato (almeno 12 anni) e Extravecchio (almeno 25 anni) ma nella ultima botte ci saranno comunque frazioni infinitesimali di aceto di decine e decine di anni e travasi precedenti.
Infine ricordo che ne esistono due varianti: quello tradizionale di Modena e quello tradizionale di Reggio Emilia con i propri disciplinari ma entrambi DOP
Insomma un prodotto unico ed eccezionale …anche nel costo…
Spero che abbiate la fortuna di degustarlo !
Arzaman
18 commenti
Comments feed for this article
10 marzo 2008 a 12:10 PM
Sandra
Io farei volentierissimo cambio,caro Ang!! :o)
Vuoi un pò di torta oggi??
Adoro la panissa fritta.. 😛
10 marzo 2008 a 2:01 PM
salsadisapa
conoscevo questa ricetta come “panelle siciliane”, con aggiunta di prezzemolo nell’impasto. sono buonissime!
11 marzo 2008 a 4:29 PM
MrJob
Ciao, prima di tutto complimenti per il blog!
Se ti va, visto che sei esperto di cucina, volevo segnalarti una community che avevo in testa e che ho creato: http://www.cityfan.it …
Visto che ce ne sono pochi utenti esperti di cucina e capaci di dare un giudizio critico, potresti recensire i ristoranti e le pizzerie non per l’architettura e il servizio, ma per come si mangia!
Verrò a leggerti spesso, così ingrasso virtualmente!!!!
A presto!
11 marzo 2008 a 5:07 PM
daniela
all’anonimo rispondo NO! io scosto il piatto e comincio a sbocconcellare il pane…
fatto eh 😉
13 marzo 2008 a 4:55 PM
campodifragole
Wow ma che bel blog davvero!
La panissa fritta l’adoro, non ho mai mangiato l’originale pero’ ho trovato la ricetta su un libro inglese di ricette italiane ehh…buonissima 😉
13 marzo 2008 a 6:41 PM
Laura
Anch’io vedo la somiglianza con le “panelle” siciliane… mamma mia che bbbbuone!!!
14 marzo 2008 a 3:13 PM
grassoz
@salsadisapa, laura: non conosco bene le panelle, ma in effetti sembrano proprio simili. Quelle si mangiano nel pane, queste a mo’ di patatina fritta.
@campodifragolo: grazie 😉 Il libro e’ che citi e’ di J.Oliver? 🙂
@daniela: ho visto, grande! Appena riesco metto su qualche riproduzione dei tuoi capolavori. 😉
14 marzo 2008 a 7:21 PM
campodifragole
Ciao Grassoz, il libro e’ River Cafe Cookbook – Green (Rose Gray & Ruth Rogers) 🙂 in quello di Jamie – Jamie’s Italy c’e’ la ricetta delle panelle. Ciao
8 aprile 2008 a 2:33 PM
il maiale ubriaco
All’anima! Grande!!! Questa me la preparo questo fine settimana..
Remo(ilamaialeubriaco)
8 aprile 2008 a 8:01 PM
grassoz
🙂 Grazie Remo. Poi fammi sapere com’e’ venuta.
13 Maggio 2008 a 12:08 PM
franci
Buona la panissa!! quando vado a Imperia d’inverno vado sempre a mangiarla… è sfiziosissima 🙂
ciao
13 Maggio 2008 a 7:09 PM
Angelo
@franci: io la adoro, e farla non e’ difficile.
14 Maggio 2008 a 11:14 am
Davide
Mitico allora quando mi vieni a trovare me la fai!E poi andiamo a Sanna in via Pia dagli storici panissai…
29 Maggio 2008 a 10:50 PM
Elena
Ehi ciao!
Che meraviglia…e che ricordi!!
Ecco mi hai fatto venire voglia di salire a casa, e fare una scorpacciata di panissa!! :-O)))
Adesso proverò a farla, cosi la faccio assaggiare agli amici romani ;-O)))
Ciauuu, piacere. Elena
30 Maggio 2008 a 9:11 am
Angelo
@Davide: ehehe, quando vengo a trovarti ci andiamo a spaccare di farinata e panissa in qualche postaccio che conosci tu, e poi passiamo anche dal mitico Giobatta 🙂
@Elena: anche tu emigrante? e’ dura la vita 🙂 vedrai che i romani apprezzano, pero’ anche li non si scherza a prelibatezze. Piacere mio
30 Maggio 2008 a 8:38 PM
Elena
Ehh gia..emigrata ahime :-O(
Ma quando posso torno alle origini…^^
Le prelibatezze qui, sono un po pesantine..ahihaihaihaih
Buon week!
Ciauuuuu
4 giugno 2008 a 5:46 PM
arzaman
Un suggerimento da un altro emigrante che pensa che la focaccia ligure sia una delle 3 cose per cui vale la pena di vivere…
Nella tradizione ligure la panissa e’ condita oltre che con il cipollotto fresco con un goccio di aceto balsamico…
Oltre a un abbinamento “per tradizione” direi che le caratteristiche dell’aceto balsamico si sposano con un piatto “semplice” che presenta un profilo gusto-olfattivo limitato e con una certa “stucchevolezza” della farina di ceci a lungo andare aggiungendolo un tocco di aromaticita’ e un apporto di profumi e sapori esaltando quindi il piatto poco complesso.
Stiamo parlando ovviamente di Aceto balsamico TRADIZIONALE…l’assenza infatti di questo termine indica infatti un prodotto di qualita’ decisamente piu’ limitata e prodotto con una tecnica completamente diversa..
Andiamo con ordine e facciamo un po’ di chiarezza
—cut— spostato nel post principale
26 giugno 2012 a 7:16 PM
Lupo
Bel blog e bella ricetta. Una nota da genovese: che l’aceto balsamico si possa sposare con la panissa lo avvallo. Che sia il condimento “tradizionale” mi permetto di dissentire. In Liguria l’aceto balsamico prima che diventasse di moda negli ultimi 10 (20?) anni non si trovava manco di striscio. Tantomeno fa parte di qual si voglia “tradizione”. Che poi la cucina “fusion” possa avere un fascino ed un perché… beh condivido, ma la tradizione è un altra cosa…