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risotto porri capesante senape

Risotto interessante ma non privo di insidie. Fondamentale infatti trovare l´equilibrio tra gli elementi altrimenti si rischia di far prevalere solo un sapore (facilmente la senape) sugli altri.

Per due:
4/5 capesante
1 porro non troppo grosso
1 scalogno tritato
160 gr riso (arborio, carnaroli)
olio
1 cucchiaino di senape

In sostanza si procede come un normale risotto:
– soffriggere dolcemente lo scalogno in olio
– preparare un brodo (circa 700 ml) con gli scarti del porro
– saltare le capesante in padella con olio e sale per 3/4 minuti
– affettare e stufare i porri in olio
– deglassare il fondo delle capesante con un mestolo di brodo
– tostare il riso, aggiungere lo scalogno e portare a cottura con il brodo e la deglassatura delle capesante
– aggiungere i porri e le capesante tagliate a dadini
– mantecare con olio e senape (attenzione a non uccidere tutto usando troppa senape!)
– far riposare 2/3 minuti prima di servire

Per bilanciare il sapore dolce e poco sapido della zucca mi serviva qualcosa di acido e salato, ecco il perché della feta. Il rosmarino aggiunge una nota aromatica.

Ho cotto in pentola a pressione la zucca (circa 500 gr) tagliata a dadini con una cipolla a fette e circa mezzo litro di brodo per otto minuti dal fischio. Ho tostato 300 gr di riso Carnaroli per un paio di minuti e ho sfumato con mezzo bicchiere di vino bianco (acido). Ho aggiunto la zucca con il suo brodo e ho portato a cottura aggiungendo acqua bollente via via che il riso asciugava. A cottura quasi ultimata ho aggiunto 150 gr di feta a dadini e qualche foglia di rosmarino tritata, una manciata di parmigiano e 3 cucchiai di olio extra vergine di oliva. Ho mescolato bene e ho lasciato riposare qualche minuto fino al completamento della cottura.

Risultato soddisfacente, riuscita la sovrapposizione acido/dolce/aromatico.

Insalata di orzo, agretti e gamberi

Piu’ che altro un esperimento per testare gli agretti: fresca scoperta culinaria.

Sabato infatti curiosando tra i banchi del mercato ortofrutticolo di Torino, mi sono imbattuto in una bancarella coperta di mazzi di una strana verdura, il gentile commericante mi ha spiegato trattarsi di agretti (o Barba del Frate). Una pianta commestibile primaverile che si coltiva nella zona di Roma. Naturalmente ne ho preso un mazzo (60 cents…:-) e per testarli abbiamo elaborato una semplice insalata tiepida con orzo perlato e code di gambero.

Per 2 Persone:

150 gr di orzo perlato
1 mazzo di Agretti
200 gr di code di gambero
Olio evo
sale
salsa di soia
limone

Cuocere l’orzo in acqua bollente (15 min. in pentola a pressione). Saltare le code di gambero sgusciate in aglio, olio e sale per un paio di minuti. Sbollentare per pochi minuti gli agretti lavati in acqua salata.
Mischiare, condire con olio, salsa di soia e limone.
Consumare tiepida.

Gli agretti hanno un sapore delicato, ricorda lo spinacio e, se cotti al dente, mantengono una gradevole consistenza.

Triangoli di asparagi e prescinesua alla cannella

Uff….la primavera!

L’ispirazione deriva da questa pasta di Maruzzella che si cimenta con asparagi e cannella, confermo: e’ un abbinamento interessante.

La pasta e’ una normale sfoglia all’uovo (1 uovo x 100gr di farina) tirata sottile.

Per il ripieno ho cotto gli asparagi al vapore privati delle punte, quindi li ho frullati e mischiati con qualche cucchiaio di prescinseua, del parmigiano gratuggiato, un uovo, un pizzico di cannella, sale e una macinata di pepe. A parte ho sbollentato appena le punte e le ho rosolate nel burro con cui poi ho condito i triangoli cotti. Infine ho aggiunto delle scagliette di parmigiano e una spolverata di cannella.

Al gusto si presenta un’ampia gamma di sapori: l’acidulo della prescinseua, il dolce del burro e cannella, il salato del parmigiano e l’amarognolo degli asparagi. Gli aromi dominanti risultano l’asparago, il parmigiano e la nota di cannella. Piacevole alla masticazione il contrasto tra l’inconsistenza della pasta e il croccante delle punte di asparago cotte al dente.

La prescinseua, per chi non la conoscesse, e’ un formaggio freschissimo tipico della tradizione ligure. E’ onnipresente nelle torte salate ma si puo’ impiegare anche per dolci o nei ripieni. A Genova viene distribuito in tutti i supermercati ma al di fuori della Liguria e’ molto difficile trovarlo. Si sostituisce in genere con la ricotta. In questo caso pero’ proverei con una robiola fresca, magari di capra, per mantenere la caratteristica acida.